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Mostra di Design

Negli spazi della Chiesa Santa Teresa dei Maschi, è stato inaugurata la mostra “La forma dell’amore” a cura dell’architetto Francesco Mancini con il patrocinio di AIPI tra gli altri.

Questa mostra vuole rappresentare un contributo alla realtà imprenditoriale artigiana del territorio che vede insieme tradizione ed innovazione, dove la tradizione è arricchita dalla tecnologia da una parte e da un modo differente di pensare l’oggetto dall’altra: ovvero dall’interno all’esterno, dal cuore alla mente, con il preciso intento di comunicare AMORE.

Da tempo l’architetto porta avanti il progetto PRODUZIONE D’AUTORE, che si inserisce in quel dibattito culturale che vede produzione artigianale da una parte e creatività dall’altra; è il pretesto per creare nuovi stimoli cercando di rilanciare qualità e risorse a fronte di nuove logiche produttive e di mercato.

“La mostra, che vorrei venisse fuori, è concepita come un incontro tra il settore produttivo e quello progettuale, volto a provocare degli scambi di esperienze tese a creare una vera e propria strategia che possa far superare le logiche individualiste, mettendo in relazione progetto e realizzazione, creatività ed imprese artigiane, ma anche creare sinergie tra le stesse imprese”.

La mostra “La forma dell’amore” si terrà a Bari, negli spazi della Chiesa Santa Teresa dei Maschi, dal 27 aprile 2024 all’11 maggio 2024.

I progettisti invitati all’evento sono:

Vincenzo Bafunno, Michele Barberio, studio Bilanzuolo, Davide Scassillo, Stefano Turi, Domenico Altamura, Andrea Paone, Dario Alaimo, Antonio Loiodice, Massimo Iosa Ghini, Roberto Marcatti e Cinthia Concari , Francesco Mancini

Le aziende invitate all’evento sono:

Lignarius, Fortunato s.r.l, Stilearredo, Tecnolegno, Branca Ceramiche, Euroluce Light of Italy.

Contributi critici di:
Gabriella Genisi, scrittrice
Marco Petroni, critico del design
Chicca Maralfa, capo ufficio stampa Camera di Commercio scrittrice
Niky Persico, avvocato scittore
Don Paolo Candeloro, parroco della Parrocchia Immacolata di Modugno

Credits ARCHIPRODUCT Magazine
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